La Corte di Cassazione federale tedesca ha respinto il ricorso di un uomo il cui padre, ammalatosi di demenza senile, è stato alimentato tramite Peg per 5 anni. Il figlio aveva citato il medico curante sostenendo che la nutrizione artificiale avesse solo prolungato la malattia ed esigendo «il risarcimento per il dolore e per le spese di cura e assistenza».
L’Alta Corte aveva concesso un indennizzo di 40mila euro, ma la Cassazione ha ribaltato il giudizio perché «lo stato di sopravvivenza» reso possibile dall’alimentazione «contrasta con lo stato che si sarebbe verificato se la dieta artificiale fosse stata sospesa, cioè la morte». La vita non è mai un danno, spiega la Corte, aggiungendo che «il giudizio sul suo valore non è aperto a terzi. Per questo motivo, è vietato considerare la vita come una perdita» anche nel caso sia provata dalla malattia.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)