Alessandra Ferri, considerata l’erede di Carla Fracci, celebra i 40 anni da quando entrò al Royal Ballet di Londra, avvio di una carriera internazionale che nell’85 l’ha portata anche a New York all’American Ballet, voluta da Michail Baryshnikov. Minuta, magra come quando a 15 anni senza nemmeno sapere l’inglese si era trasferita al Royal Ballet, dimostrando quella forza di carattere che non l’ha mai lasciata («sì ma quanta solitudine», racconta oggi), Alessandra Ferri confessa che «non è facile per una ballerina fare i conti con il proprio passato. La danza è totalizzante, è come stare sotto lo stress delle olimpiadi tutta la vita. Allenamenti, disciplina, fatica… ma è anche una scuola di vita. ».
Quando nel 2007 decise di ritirarsi per stare con le figlie, e perché sentiva che non avrebbe più potuto ballare Giselle o Giuliette, ha continuato a sentire che la sua vibrazione vitale era la danza. Ma quello stacco di sei anni le è servito per la transizione dall’essere la ballerina col tutù alla danzatrice che è diventata adesso.
Oggi ha 58 anni, e il suo rapporto con la danza è cambiato: «Alcune coreografie o passi non mi interessa più farli, saltare o cercare dei virtuosismi non avrebbe senso. Non cerco di essere quella che ero, ho la mia età e voglio ballare questa fase della mia vita. Ho imparato a dosare l’allenamento. E sono contenta perché attraverso la danza, vivo. Non mi do più scadenze. Mi sento forte e libera. Prima di tutto dal preconcetto dell’età».
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)