Un'indagine condotta dalla Penn State University ha indagato 818 uomini fra i 56 e i 68 anni (partecipanti al Vietnam Era Twin Study) approfondendo la relazione fra i cambiamenti fisici come quelli microvascolari rilevanti per la funzionalità erettile e quelli psicologici, inclusa la bassa soddisfazione sessuale, per determinare il loro rapporto con i meccanismi cognitivi.
Questa relazione è stata esaminata a partire dalla mezza età perché proprio quel momento rappresenta il periodo di transizione in cui iniziano a emergere disfunzione erettile e cali della cognizione e della soddisfazione sessuale. Attraverso test neuropsicologici, come test di memoria e velocità di elaborazione, il team ha esaminato i cambiamenti cognitivi dei partecipanti nell'arco di 12 anni dai 56 ai 68 anni dei soggetti analizzati, adattandosi alle capacità cognitive dei partecipanti nella giovane età adulta.
La loro funzione erettile e la soddisfazione sessuale sono state misurate insieme alla cognizione, utilizzando l'indice internazionale della funzione erettile, una valutazione auto-dichiarata relativa alla salute sessuale maschile. Alla fine ha realizzato un modello statistico per capire come le tre variabili si modificassero con l'invecchiamento degli individui.
In sostanza, gli scienziati hanno così scoperto che se si ha una bassa soddisfazione in generale si è effettivamente a maggior rischio, almeno nel lungo periodo, di problemi di salute come demenza, malattia di Alzheimer, malattie cardiovascolari e altri problemi legati allo stress. Al contrario, miglioramenti nella soddisfazione sessuale possono stimolare il miglioramento della funzione della memoria e dei meccanismi cognitivi.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)