La solitudine indesiderata influisce negativamente sulla salute fisica e mentale delle persone, ma ha anche effetti economici significativi. In Spagna si stima che generi un costo annuo di oltre 14.000 milioni di euro, tra la somma delle spese sanitarie o il congedo per malattia che si verifica a causa del mancato trattamento di queste situazioni con politiche preventive. Il dato è raccolto in un'indagine dell'Osservatorio statale sulla solitudine indesiderata (SoledadES), della Fondazione ONCE, che valuta spese come visite mediche, uso di droghe, perdite di produttività, ridotta qualità della vita e decessi associati a nascite premature.
“Una persona in una situazione di solitudine indesiderata ha più malattie, un maggior fattore di rischio associato ad avere malattie mentali o morte prematura, un maggiore utilizzo delle risorse sanitarie e un maggior consumo di farmaci. Con tutte queste evidenze, l'importanza di quantificare questi effetti da un punto di vista economico sembra evidente”, ha spiegato Berta Rivera, Professore di Economia all'Università di A Coruña. Secondo l'Osservatorio, la solitudine indesiderata — che non è la stessa cosa dell'isolamento sociale, dal momento che una persona può avere molti contatti sociali, ma sentirsi sola — colpisce il 13,4% della popolazione.
Da un lato, il rapporto misura i costi sanitari, poiché le persone in una situazione di solitudine indesiderata frequentano i servizi sanitari più spesso della popolazione che non soffre di solitudine, evidenziando un maggior numero di consultazioni con un medico specialista e un maggiore utilizzo dei servizi di emergenza. Inoltre, le persone in questa situazione consumano più tranquillanti, rilassanti, antidepressivi, stimolanti e medicinali per il cuore rispetto a coloro che non hanno questa sensazione. Così, le spese per la frequentazione dei servizi sanitari salgono a oltre 5.600 milioni l'anno e le spese per il consumo di medicinali a 495 milioni.
I valori associati alle perdite di produttività, invece, ammontano a quasi 8.000 milioni. Inoltre, nel 2019 sono state stimate 848 morti premature (511 uomini e 337 donne) associate a solitudine indesiderata, morti che genererebbero una perdita di 6.707 potenziali anni di vita produttiva, pari a oltre 191 milioni di euro di perdita di produttività. Lo studio è stato condotto da un team di accademici delle università di A Coruña e Vigo sulla base di un sondaggio di oltre 4.004 persone, di cui 400 sole, con la collaborazione di Nextdoor, una piattaforma che facilita i vicini di Internet connessione con le persone che vivono nelle vicinanze per generare relazioni ed esperienze nella vita reale. Sono i più giovani a soffrire di più: il 38,4% delle persone tra i 16 e i 34 anni. Nelle fasce di età successive questo sentiment diminuisce, attestandosi intorno al 12%. La fascia di età 65-74 anni è quella che soffre di meno. Tuttavia, nelle persone di età pari o superiore a 75 anni risale, raggiungendo oltre il 12%.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)