Alcune riflessioni di Massimo Livi Bacci, uno dei più importanti demografi italiani, sulle conseguenze drammatiche della pandemia.
“La pandemia, con i suoi drammatici numeri, al dolore aggiunge la questione della memoria. Dico una cosa ovvia affermando che le persone anziane portano con sè memorie che altri non hanno. E che ora sono scomparse. Se analizzassimo questa pandemia dal punto di vira meramente quantitativo e statistico, vedremo che come per altre patologie respiratorie, la curva di mortalità cresce in maniera esponenziale con l’età. Ciò che ha stupito tutti è stata la rapidità con cui tutto è avvenuto.
Che tutte le residenze lasciassero a desiderare, che non avessero presidi sanitari e fossero solo luoghi di ricovero per persone non autosufficienti, è probabilmente vero. Il punto sul quale riflettere è la mancata sorveglianza. L’altro aspetto è il ritardo con cui si è preso atto dell’alta contagiosità del virus e della sua altissima letalità. Uno dei lati più negativi di questa crisi è che, pur avendo in Italia un sistema avanzato di protezione sociale e sanitario, abbiamo toccato con mano le crepe esistenti nei rapporti tra Stato e Regioni e tra Regioni e poteri locali. Va ripensata l’articolazione del sistema sanitario attraverso una spinta a rafforzare i collegamenti tra poteri centrali e periferici”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)