Molti studi e l’esperienza clinica dimostrano che chi soffre di solitudine rischia di ammalarsi di più e di avere una vita più breve, è quindi una condizione da considerare come un problema di salute a livello delle comunità. Per questo è necessario che le comunità si sentano coinvolte per ridurre la pervasività della solitudine, cambiando quindi la cultura oggi dominante. Nonostante si parli sempre di più di solitudine, non si cerca di cambiare lo stile dell’autoreferenzialità senza modulazioni nella ricerca di una felicità senza critiche né indicazioni e di un libertà senza un progetto comune. Bisogna comprendere il legame tra il «sono» e il «siamo» nel suo significato più vitale, per sentire il dovere di difendere noi stessi e la collettività dalle crisi provocate dalla solitudine, con un impegno che si deve esplicare nelle singole azioni di ogni giorno. La solitudine deve essere vista come «nemica» in grado di rovinare il futuro e per questo la sua sconfitta deve essere considerata come un obiettivo di ogni comunità.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)