Tra le varie conseguenze della pandemia, l’impatto della solitudine è stato uno dei fattori più negativi soprattutto sulle persone anziane, cosi come l’esplosione delle comorbidità cardiovascolari, oncologiche e la depressione.
Influiscono anche su ipertensione e altri effetti mediati dal sistema immunologico neurormonale l’isolamento sociale e la riduzione dei contatti con amici e parenti. Sono un rischio equivalente a il fumo di 15 sigarette al giorno, e causa di depressione in 1 caso ogni 5. In Italia, dai dati Eurostar risultano ben un 12% di persone sole, che non ha nessuno con cui parlare.
Nel post Covid si dovrà tenere conto, a livello di assistenza sanitaria, anche dell’isolamento sociale e della solitudine. Occorre quindi pensare ed avviare programmi di tutoraggio tra persone dello stesso ambiente, tra residenti nella stessa area, per poter mantenere legami sociali.
Si debbono attivare tutti i supporti sociali per stimolare relazioni e supporti di comunità. Fondamentale pensare a luoghi dove le persone anziane possano accedere e utilizzare internet.
Dai dati Istat risulta che in Italia, tra gli over 75enni, quasi il 40% non ha parenti o amici cui riferirsi in caso di bisogno. Per questo è necessario avviare delle campagne di alfabetizzazione tecnologica e digitale mirate per loro e tracciarne l’isolamento e la solitudine.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)