Secondo i dati riferiti da Passi d’argento (un sistema di monitoraggio previsto dal servizio sanitari nazionale della popolazione con più di 64 anni), in Italia, nel biennio 2016-2018, 6 persone su 10, di 65 anni e oltre, dichiarano di non consumare abitualmente bevande alcoliche, 2 su 10 dichiarano un consumo moderato ma altre 2 su 10 riferiscono un consumo “a rischio” per la loro salute, poiché bevono mediamente più di una unità alcolica (Ua) al giorno.
Il consumo di alcol a rischio è molto più frequente fra gli uomini (33% vs 8% fra le donne), si riduce con l’età (passando dal 23% fra i 64-74enni al 10% fra gli ultra 84enni) e, come per il resto della popolazione, resta prerogativa delle classi socialmente più avvantaggiate per reddito (22% fra chi non ha difficoltà economiche vs 14% d chi riferisce molte difficoltà economiche) o per istruzione (circa il 23% per chi ha un alto titolo di studio superiore alla scuola media vs 15% fra chi ha al massimo la licenza elementare).
Il consumo di alcol, e con esso anche il consumo di alcol oltre i limiti rischiosi per la salute, è mediamente più frequente al Nord rispetto al Sud Italia e disegna un chiaro gradiente geografico (23% nel Nord, 20% nel Centro e 14% nel Sud-Isole), ma non mancano delle eccezioni: se nel Nord-Est si registrano le quote più alte di persone che consumano più di 1 Ua al giorno (Veneto 31%, PA Bolzano 27%), non meno accade in alcune Regioni del Centro (Marche 30% e Toscana 29%) o del Sud (Basilicata 32%).
Preoccupante il numero di persone che assume alcol pur avendo una controindicazione assoluta, come i pazienti con malattie del fegato, fra i quali il 27% consuma alcol. Fra le persone che fanno un consumo di alcol a rischio per la salute, più della metà (pari complessivamente a l’11% di tutti gli ultra 64enni) non supera le 2 Ua al giorno e questo fa pensare che si tratti del bere durante i pasti, abitudine acquisita nel corso della vita che, si può immaginare, non venga percepita come rischiosa per la salute. Ad ogni modo anche l’attenzione da parte degli operatori sanitari al problema risulta molto bassa: solamente il 10% dei consumatori di alcol a rischio riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere meno dal medico o da un altro operatore sanitario.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)