Una ricerca pubblicata nei giorni scorsi sulle pagine di Journal of Alzheimer’s Disease riferisce i risultati di una sperimentazione clinica con la stimolazione elettromagnetica su pazienti con malattia lieve/moderata. Lo studio ha riguardo un piccolo campione di pazienti, sottoposti a stimolazione elettromagnetica transcranica (Transcranial Electromagnetic Treatment, Temt) due ore al giorno per due mesi tramite l’uso di una sorta di caschetto. I ricercatori sostengono, sulla base delle valutazioni compiute alla fine del trattamento, che la stimolazione elettromagnetica è in grado di prevenire e addirittura invertire i danni cognitivi. I benefici osservati si associano cambiamenti nei livelli di beta-amiloide (il principale costituente delle placche amiloidi, uno dei caratteri distintivi della malattia) nel fluido cerebrospinale e nel plasma. Si tratta comunque di risultati da prendere con cautela, sia perché parliamo di un piccolissimo campione di pazienti senza un gruppo di controllo, sia perché sono stati coinvolti pazienti negli stadi iniziali di malattia.
(Sintesi redatta da: Mamini Marcello)