Nelle case di riposo è andata allo stesso modo un po’ in tutta Europa e nel mondo.
Giuseppe Sarcina corrispondente del Corriere della Sera dagli Stati Uniti l’ha definita una strage silenziosa. Tuttavia, nel flusso incessante di notizie e inchieste è bene non generalizzare. Al di là della conta delle vittime, è importante riconoscere che il mondo delle case di riposo è come un arcipelago costituito da isole in cui emerge il male di vivere (quelle dove non si è avuto alcun riguardo per gli ospiti) e quelle in cui la persona è al centro. Al Coronavirus ogni isola ha cercato di reagire (o di arrendersi) in base alla propria “costituzione materiale”, allo spirito di chi le dirige e di chi ci lavora.
Secondo le stime attuali un po’ ovunque, metà delle vittime dell’epidemia del secolo vivevano proprio nelle case di riposo.
Quando tutto questo sarà finito, molti propongono di mettere mano a un censimento vero di questo arcipelago (una ricognizione tipo Google Map). Le isole del male di vivere dovranno essere messe nelle condizioni di cambiare o di essere cancellate dalla mappa; quelle che hanno a cuore le persone, dovranno essere sostenute. Quello che questa storia dovrebbe insegnarci è a non continuare a fare finta di niente, girando al largo da questo arcipelago come fosse il Triangolo delle Bermude.
Questo reportage, per voce dei corrispondenti delle varie Nazioni, descrive situazioni e dati indicativi di ciò che è accaduto nel mondo delle case di riposo negli Stati Uniti, in Spagna, Francia, Gran Bretagna, Germania e infine a Whuan da dove è venuta la tempesta Covid-19.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)