Per l'Istat nel 2020-2021 vive da solo il 21,6 % della popolazione dei 65-74enni e il 39,7 % di chi è nella classe 75 e più. In quest'ultima fascia di età si tratta di più di una donna su due, contro poco più di un coetaneo su 5. Negli ultimi dieci anni è stata, tuttavia, più accentuata la crescita di quanti vivono da soli tra le persone al di sotto dei 65 anni.
Nei segmenti di età che vanno dai 25-34 e 35-44 anni, l'incremento si è concentrato nel primo decennio degli anni Duemila subendo una battuta d'arresto nei 10 anni successivi, attestandosi rispettivamente a 10,0 e 11,7 % nel 2021, probabilmente in conseguenza degli effetti della recessione che ha aumentato la permanenza dei giovani nella famiglia di origine.
Quasi 8 milioni di persone in Italia sono single e la metà non sono mai state sposate. Un esercito di solitari che porta le famiglie unipersonali a essere oltre il 30% delle famiglie italiane, ed erano solo il 13% nel 1971. In Italia il 70% dei single ha più di 40 anni e nel nostro Paese una famiglia su tre è composta da una sola persona.
Chi vive da solo, spesso se anziano, tende a seguire un'alimentazione piuttosto monotona e poco bilanciata dettata spesso da pigrizia o mancanza di tempo o semplicemente perché mancano gli stimoli per preparare pasti sani e completi, stimoli che offre, senza dubbio, una famiglia composta da più persone.
Gli anziani, che in genere trascorrono più tempo tra le mura domestiche, spesso evitano di cucinare solo per sé in modo fantasioso e si abituano a mangiare pasti monotoni e incompleti dal punto di vista nutritivo: una tazza di latte con biscotti per cena o una porzione abbondante di frutta a pranzo oppure pane e formaggio. Uno stile alimentare che può causare carenze e conseguenti patologie.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)