Secondo una ricerca condotta dal Censis in collaborazione con il Centro Studi Tim, dal titolo La digitalizzazione degli italiani, fattori di spinta ed elementi trainanti, la “povertà digitale” è uno dei tanti fattori di esclusione sociale. Sopra i 45 anni più della metà degli intervistati si fermano alle funzioni base (videochiamate, messaggi) ma hanno “qualche difficoltà” con le funzioni più complesse. Oltre i 65, poi, 6 su 10 ammettono di avere “molte difficoltà nell’utilizzo delle tecnologie digitali e di avere spesso bisogno di aiuto”. Un aiuto che si traduce spesso in una delega, sempre che ciò sia possibile. Si pensi a chi vive solo o in piccoli borghi mal coperti dalla Rete.
Tra i 45 e i 64 anni il 6.8% forse anche per pudore, ammette di “rinunciare anche per cose importanti”. I fattori di povertà digitale sono molti: strutturali, legati al tipo di copertura e ai costi, ma anche cognitivo/comportamentali: legati all’istruzione, al lavoro, al supporto di amici e parenti e alle competenze digitali che scarseggiano. Si aggiungono elementi soggettivi: anche a età e livelli di istruzione diversi la curiosità e la capacità di apprendimento restano individuali. Ci sono inoltre le paure: dal timore di essere esclusi all’ansia per i rischi in rete, a volte è la tecnologia stessa a suscitare diffidenza.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)