Il Gruppo Anziani dell’Ordine Assistenti Sociali Lombardia si è dedicato al tema del lavoro dell’assistente sociale con persone anziane e con Demenza, elaborando un testo, pubblicato come Quaderno dell’Ordine, dal titolo L’assistente sociale nei servizi per anziani e per anziani con demenza. Quello che segue è un estratto del Quaderno incentrato sul tema della visita domiciliare.
La visita domiciliare rende possibile aprire spazi e osservazione facilitati dall’incontro nell’ambiente naturale, spesso più difficili in un ambiente istituzionale, e permette a medico e assistente sociale di conoscere direttamente l’anziano nel suo ambiente di vita, di valutare le risorse familiari e le criticità. Tutto ciò facilitauna pianificazione del servizio legata alla lettura dei bisogni rilevati e consente di creare un dialogo con la famiglia per concordare al meglio gli interventi, anche consigliando in base alla situazione clinica emersa.
Nel corso della visita domiciliare è importante comprendere anche le aspettative dell’anziano e della famiglia rispetto ai possibili interventi attivabili. Da questo punto di vista, è importante sottolineare che la previsione normativa della VMD (Valutazione MultiDimensionale) effettuata da medico facilita conoscenze reciproche e apprendimenti. I due professionisti devono dedicare ampio spazio sia al colloquio con i caregiver, sia al colloquio con l’anziano ed impostare l’incontro non come una sorta di «interrogatorio» formale e burocratico ma come un incontro di conoscenza.
Devono inoltre collocare quanto previsto dalla normativa o quanto escluso dalle possibilità dell’ente gestore magari anche per la mancanza di una figura professionale specifica quale lo psicologo, in una relazione empatica. Spiegare poi il ruolo delle figure professionali coinvolte, differenziando gli operatori che potranno intervenire al domicilio in base al progetto di intervento e il professionista che svolgerà il ruolo di care manager e seguirà tutto il processo di aiuto.
Infine devono concludere con la restituzione di una prima sintesi di quanto osservato e con gli accordi necessari circa la definizione del progetto e del programma di intervento. Spesso la famiglia si ritrova con immediatezza nel progetto delineato; talvolta invece accade che i caregiver non manifestino consapevolezza su fragilità rilevate dall’équipe. Si rende quindi necessario approfondire il senso e la tipologia dell’intervento che si intende attivare e i potenziali esiti positivi che l’attivazione potrà generare per l’anziano.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)