Nel corso della terza edizione di Experimentdays 2017 (Milano 23-24 giugno), sono stati presenti i dati della prima mappatura dell'abitare collaborativo. Sono state analizzate 40 abitazioni che rispondevano ad almeno due dei tre condizioni richieste: spazi comunitari esterni e interni (sale comuni, area giochi, terrazzi, orti); presenza di servizi e/o attività gestiti dalla comunità di abitanti (lavanderia condominiale, Gas, banca del tempo) e, infine, l’adozione di un processo di progettazione partecipata. Sono 40 le abitazioni che rispondono ai criteri richiesti e censite e l’incremento maggiore si è verificato negli ultimissimi anni. Si trovano nella gran parte dei casi nel nord Italia, che quasi il 40% delle persone che vivono in abitazioni collaborative rientra nella fascia di età tra i 36 e i 65. Quasi il 50% delle abitazioni prevede la presenza di appartamenti dedicati a fasce deboli della popolazione. Nel 60% dei casi la motivazione per la scelta dell'abitare collaborativo nasce da una scelta di sostenibilità ambientale. Va segnalata anche la disponibilità ad aiutarsi a vicenda in maniera spontanea e gratuita e l'apertura degli spazi comuni agli altri abitanti del quartiere.
(Fonte: tratto dall'articolo)