(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

D'Alessandro Jaime

L’altra età dei social

La Repubblica, 19-04-2016, pp.28-29

Il web sta diventando sempre più adulto, ormai è norma navigare che anche per gli ultrasessantacinquenni. I primi baby boomers sono i protagonisti di una nuova rivoluzione, colonizzando Facebook (in Italia, in un anno gli accessi sono aumentati del 65%), Instagram, dove si superano i duecento punti percentuali, Twitter che ha un più cento per cento, e vi si accede anche tramite smartphone.
Negli Stati Uniti tre anni fa su LinkedIn e siti simili erano presenti un quarto degli ultra sessantacinquenni, ora quel numero è salito al 35%, secondo l’ultima ricerca del Media Effects Research Laboratory alla Penn State University in Pennsylvania. Il 20% degli ultra sessantacinquenni usa ogni giorno la tecnologia, anche tramite applicazioni. Spiega Franco Angelini, a capo di ComScore Italia.  «Al primo posto ci sono i liguri.  Al secondo però sono seguiti dai siciliani. Molti usano il commercio elettronico e gestiscono il conto in banca via smartphone. La vera discriminante, in prospettiva, sarà il livello di scolarizzazione e non più quello anagrafico.
Anche se WhatsApp ad esempio lo adoperano già ora davvero tutti». I sessantenni adoperano Whatsapp e tutti i social per fini circoscritti e non per senso di appartenenza come fanno i ragazzi, ma usano gli stessi dispositivi dei "millenials", come dimostra il fallimento commerciale dei telefoni e tablet con i tasti enormi pensati per chi è in là con l’età, o lo scarso successo di social network pensati per la terza età come Tapesty. 

La Cattolica di Milano li chiama “giovani anziani”, per la loro competenza nel sociale e nel digitale. E l’Italia è all’avanguardia in questo slittamento  della terza età, così come è sempre stata percepita.

(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)D'Alessandro Jaime
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2016
Pagine28-29
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2016-04-19
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Repubblica
Subtitolo in stampaLa Repubblica, 19-04-2016, pp.28-29
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)
Volume
Approfondimenti
D'Alessandro Jaime
Parole chiave: Dati statistici Invecchiamento attivo Tecnologia