Il web sta diventando sempre più adulto, ormai è norma navigare che anche per gli ultrasessantacinquenni. I primi baby boomers sono i protagonisti di una nuova rivoluzione, colonizzando Facebook (in Italia, in un anno gli accessi sono aumentati del 65%), Instagram, dove si superano i duecento punti percentuali, Twitter che ha un più cento per cento, e vi si accede anche tramite smartphone.
Negli Stati Uniti tre anni fa su LinkedIn e siti simili erano presenti un quarto degli ultra sessantacinquenni, ora quel numero è salito al 35%, secondo l’ultima ricerca del Media Effects Research Laboratory alla Penn State University in Pennsylvania. Il 20% degli ultra sessantacinquenni usa ogni giorno la tecnologia, anche tramite applicazioni. Spiega Franco Angelini, a capo di ComScore Italia. «Al primo posto ci sono i liguri. Al secondo però sono seguiti dai siciliani. Molti usano il commercio elettronico e gestiscono il conto in banca via smartphone. La vera discriminante, in prospettiva, sarà il livello di scolarizzazione e non più quello anagrafico.
Anche se WhatsApp ad esempio lo adoperano già ora davvero tutti». I sessantenni adoperano Whatsapp e tutti i social per fini circoscritti e non per senso di appartenenza come fanno i ragazzi, ma usano gli stessi dispositivi dei "millenials", come dimostra il fallimento commerciale dei telefoni e tablet con i tasti enormi pensati per chi è in là con l’età, o lo scarso successo di social network pensati per la terza età come Tapesty.
La Cattolica di Milano li chiama “giovani anziani”, per la loro competenza nel sociale e nel digitale. E l’Italia è all’avanguardia in questo slittamento della terza età, così come è sempre stata percepita.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)