Per attuare politiche di “staffetta generazionale” ci sono diversi strumenti, di natura individuale o collettiva: anticipo pensionistico, quota 100, Rita, isopensione. Ogni azienda può individuare le soluzioni più idonee per le sue esigenze; per le trattative con il singolo dipendente, di età superiore ai 63 anni, esiste l’Ape (anticipo pensionistico), che si declina nelle versioni volontario, aziendale e sociale. Altri strumenti per arrivare al pensionamento anticipato sono quelle introdotte o estese dal decreto legge 4/2019, “opzione donna” a quota 100. Tutti questi strumenti sono legati alla volontà del lavoratore, non possono essere imposti dal datore di lavoro, che li potrà comunque promuovere nell'ambito di accordi individuali che prevedano la cessazione del rapporto di lavoro. Esiste poi la rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), uno “scivolo” verso la pensione costituito da una rendita (fino a 5 anni) alimentata dai contributi accantonati dal lavoratore per la pensione complementare, con l’idea di avere una integrazione alla pensione pubblica. Sono poi presenti strumenti che richiedono un accordo sindacale, come l’isopensione, che permette ai dipendenti di cessare il rapporto di lavoro con un massimo di 7 anni di anticipo rispetto alla maturazione dei requisiti di pensione anticipata o di vecchiaia e di ricevere un’indennità, con relativa contribuzione figurativa, a carico del datore di lavoro, sino al raggiungimento dei requisiti pensionistici.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)