La demenza è una compromissione globale delle funzioni corticali e nervose superiori. È una sindrome clinica che causa una perdita progressiva delle funzioni cognitive tale da interferire con le attività sociali e lavorative dell’individuo. Si presenta con disturbi cognitivi (di memoria, linguaggio, orientamento) ma anche con sintomi non cognitivi, riguardanti la sfera della personalità, dell’affettività e del comportamento.
Da qui deriva l’importanza di capire le relazioni tra il comportamento sociale e le alterazioni cerebrali. Molti studi hanno dimostrato che estesi contatti sociali proteggono dall’insorgenza di diverse patologie e riducono il rischio di sviluppare demenza. Uno studio del 2014 (Reti del cervello umano in invecchiamento fisiologico: un grafico analisi teorica della connettività corticale da dati EEG) ha evidenziato che l’invecchiamento fisiologico, da solo, può alterare il comportamento delle reti cerebrali in un cervello anziano. Questa perdita di integrazione cerebrale si riscontra in modo più evidente nei soggetti con demenza di Alzheimer. In sintesi, il comportamento sociale delle persone anziane (specie in chi ha patologie neurodegenerative) sembra avere una corrispondenza nei network cerebrali. Ne consegue che, per contrastare e prevenire l’esplodere di queste patologie collegato all’invecchiamento, è utile agire, soprattutto nella fase di pre-demenza, sul contrasto all’emarginazione sociale degli anziani.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)