Merendine, bibite gassate, caramelle e biscotti sono una tentazione irresistibile soprattutto per bambini, crescendo invece si diventa meno golosi di zucchero e per di più si tollera meglio ciò che è amaro.
Se insomma i bimbi sono golosi di cioccolato al latte e non amano quello fondente è normale, perché da piccoli la soglia per riconoscere il dolce è più alta: abbiamo infatti bisogno che un cibo sia del 40% più zuccherato per considerarlo dolce rispetto a quanto accade da adulti.
Lo ha dimostrato Yanina Pepino, nutrizionista dell’Università dell’Illinois (Usa), sottolineando anche che fino all’adolescenza abbiamo una preferenza evidente per alimenti e bevande che sono del 50 per cento più zuccherate; con il passare degli anni invece si diventa più tolleranti all’amaro, tanto che dopo i cinquant’anni chi da più giovane storceva la bocca di fronte a caffè o cavolini di Bruxelles può ritrovarsi ad apprezzarli.
Secondo Pepino i cambiamenti nella percezione del gusto potrebbero essere correlati a modifiche nella composizione della saliva, invece il diverso apprezzamento del sapore dolce negli anni potrebbe dipendere da modifiche nell’attività e nella morfologia del sistema di gratificazione cerebrale.
Infatti con l’età nello striato, un’area del cervello che fa parte dei circuiti della ricompensa, diminuisce la capacità di legare la dopamina, la molecola del piacere.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)