Nel nostro Paese emergono alcuni trend ben definiti: da un lato la mancata assistenza agli anziani non autosufficienti, con il 63% dei 2.907.438 individui che rientrano in questa categoria che non è seguito da alcun servizio socio-assistenziale e dall’altro, il boom dei caregiver familiari e delle badanti: di quest’ultime in Italia, nel 2019, se ne contavano 1.018.555. Nel nostro Paese, la famiglia e le badanti sono al primo posto in questa attività, mentre le residenze per anziani sono viste come scelta “estrema”. “Le famiglie hanno una visione molto clinica delle strutture per anziani, in quanto le considerano la soluzione a cui ricorrere generalmente dopo anni di faticosa permanenza al domicilio e solo quando le condizioni di salute dell’anziano si aggravano” commenta Elisabetta Notarnicola, Associate Professor of Practice, Divisione Government, Health e Not for Profit presso SDA Bocconi School of Management e coordinatrice del Rapporto.
“La nostra survey, condotta in collaborazione con il portale LaCasadiRiposo.it su quasi 1.000 nuclei familiari, conferma che le famiglie organizzano la cura intorno al loro ruolo di caregiver e all’intervento di badanti. Due terzi dei rispondenti al questionario ci dicono che non sono mai entrati in contatto con soggetti pubblici in grado di aiutarli nell’identificare i servizi più adeguati e non sanno come organizzarsi”. È un’immagine a luci e ombre quella che emerge dal 3° Rapporto Osservatorio Long Term Care del CERGAS SDA Bocconi-Essity, che ha analizzato lo status dell’assistenza agli anziani in Italia con un focus anche sul periodo della pandemia da Covid-19, arrivando a suggerire le aree di riforma che con urgenza dovranno essere fronteggiate nel prossimo futuro.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)