Il Rapporto Oecd (Organizzazione Internazionale per lo sviluppo economico) sulle demenze evidenzia l’importanza delle memory clinics. Da noi si chiamano Unità di Valutazione Alzheimer -UVA e ora Centri per i Disturbi Cognitivi e per le Demenze- CDCD. Sono presenti, con forti differenziazioni, nei vari paesi. L’Italia, da questo punto di vista, è in buona posizione (27.000 anziani per ogni UVA-CDCD nel 2017). Il rapporto OECD conferma che, ovunque, il primo carer è la famiglia. Allo stato attuale più di 1 persona su 8, over 50, assiste una persona, con o senza demenza almeno una volta la settimana. Le donne costituiscono la maggioranza dei caregivers informali in tutti i paesi OECD; 3 caregiver su 5 sono donne (l’Italia è sopra la media). I caregivers sono spesso impreparati ad affrontare la malattia e rischiano situazioni di burn out. Molti sono i paesi che hanno sviluppato politiche di sostegno per i caregivers lavoratori. In Inghilterra, tutti i dipendenti possono richiedere un accordo di lavoro flessibile dopo un periodo di 26 settimane. In Germania è stato recentemente introdotto un congedo di assistenza familiare specifico. In alcuni paesi, tra cui Norvegia, Danimarca, Irlanda e Svezia, l’accesso ai servizi/ricoveri di sollievo viene definito in base alle necessità valutate e viene consigliato o prescritto come parte del piano di cura personalizzato sviluppato con il care-manager. In Austria sono previsti specifici servizi di sollievo per chi assiste. Le strategie di miglioramento dei diversi programmi di sostegno ai caregivers deve basarsi sulla misurazione e la valutazione di efficacia delle politiche esistenti ma sono pochi i paesi che hanno iniziato a raccogliere questi dati (Australia, Canada, Stati Uniti e Inghilterra) e non prevedono l’analisi dei costi. Il rapporto evidenzia che le strutture ospedaliere nei paesi OECD non sono adatte a far fronte ai bisogni dei pazienti con demenza. I servizi diurni sono disponibili in tutti i paesi ma spesso sono generici (non tarati sulla demenza) e la domanda supera ampiamente la disponibilità effettiva. Per ciò che concerne la fase finale della malattia, nei paesi OECD le persone affette da demenza continuano ad avere un insufficiente accesso alle cure palliative.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)