Lo scenario delle nostre società muterà con lo sviluppo della robotica e dei suoi “cobot” (robot collaborativi). Anche la domotica (intelligenza artificiale applicata alla casa) avrà un ruolo centrale nell’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità. Ci saranno opportunità e rischi anche per i lavoratori inquadrati nel contratto collettivo delle colf che sono numericamente al secondo posto, in Italia, subito dopo quelli del settore scuola. La domanda principale è: con lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, come si evolverà il loro lavoro?
Le applicazioni dell’intelligenza artificiale al lavoro di assistenza sono moltissime. E’ in grado di elaborare il linguaggio naturale, simulare i movimenti dell’uomo e comprenderne le esigenze. Non a caso il Parlamento europeo, il 16 febbraio del 2017, ha approvato le linee guida della “Robotica” che affrontano anche il tema “badanti o infermieri elettronici”. Sul tema della garanzia del rispetto della persona nella sua privacy e autonomia, si stabilisce che “l’uomo dovrà vigilare perché non si arrivi mai alle soglie della fantascienza”.
Nel campo della “domotica” e delle “smart home”, molti impianti intelligenti (già in commercio) sono in grado di gestire le varie funzionalità domestiche, dalla prevenzione degli effetti negativi di fughe di gas, allagamenti e incendi fino alle modalità di attivazione di risparmio energetico e climatizzazione intelligente. Ci si può, inoltre, connettere a distanza con servizi di soccorso medico e monitoraggio a distanza degli anziani, tramite telecamere installate negli ambienti.
La domotica assistenziale sarà molto utile per far invecchiare le persone a casa loro e semplificare la loro quotidianità. In futuro avremo le “badanti di condominio” che gestiranno a distanza, con la domotica e le cosiddette "control room", tanti alloggi privati di anziani che vivranno vicini e manterranno la socialità.
Il profilo delle competenze professionali degli assistenti familiari dovrà necessariamente evolversi verso nuove competenze tecnologiche ma anche di relazione umana.
Anna Bentivoglio (neurologo del Policlinico Gemelli), intervenendo al convegno “La collaborazione familiare 4.0” ha sottolineato che, nel campo della telemedicina e della teleassistenza a domicilio, “il badante dovrà relazionarsi con il medico. La relazione umana non potrà quindi mai essere sostituita da una macchina”.