Secondo l’Istituto superiore di sanità i giocatori sono 18.400.000, di questi metà sono donne. Le giocatrici si lasciano attrarre da giochi interamente dominati dal caso, come il bingo e le lotterie, a differenza degli uomini che preferiscono le scommesse sportive o i giochi di carte on line in cui è più forte la competizione.
Le donne iniziano a scommettere in età più avanzata, ma sviluppano un atteggiamento problematico più rapidamente. Le difficoltà affettive talvolta le rendono vulnerabili allo sviluppo di un comportamento dipendente.
Il gioco diventa una possibilità di fuga, di interruzione temporanea di una condizione familiare o emotiva difficile da tollerare.
Il numero delle giocatrici ultrasessantacinquenni è in crescita anche per la disponibilità di tempo e di una rendita, la pensione, rispetto alle donne più giovani.
Le donne anziane sono sensibili al “fascino” dei luoghi del gioco. La sala bingo rappresenta un contesto ricreativo dove incontrare persone e scambiare due chiacchiere.
Le situazioni di isolamento sociale e di deterioramento cognitivo accrescono le probabilità di perdere il controllo del denaro e del tempo dedicato al gioco. Le difficoltà serie arrivano quando vengono meno le risorse economiche. Allora si indebitano e si sentono isolate nella loro stessa famiglia. Non di rado finiscono nel giro dell’usura. Sperimentano grande sofferenza e la perdita di autostima, sotto forma di sensi di colpa, vergogna e paura di essere scoperte.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)