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Bonomi Aldo

Le due facce del popolo dei pensionati

Il Sole 24 ore, 14-09-2015, p.13

Siamo una società vecchia, sostengono i numeri, con tasso di natalità in costante. Il sindacato pensionati della Cgil di Milano ha effettuato uno studio sulla condizione degli anziani nella metropoli. L’inchiesta propone una rappresentazione dell’anzianità articolata tra la «maturità creativa» di tanti nuovi pensionati e il limite inferiore del «rinserrato», povero di reddito e di relazioni. I primi attivi spesso ben oltre i 65 anni, con buoni redditi e consumi evoluti. I secondi invece hanno pensioni minime sono confinati in contesti degradati e d’isolamento. Il mondo Spi, che si compone soprattutto nella parte matura (con più di 75 anni) di ex operai, mentre tra i 60-65enni tre su quattro sono ex impiegati, tecnici, anche professionisti dei servizi, esprime il profilo di un’anzianità integrata. L’80% vive in abitazioni di proprietà, due terzi hanno pensioni comprese tra 1.000 e 1.800 euro mensili, anche se uno su quattro è in difficoltà nel fronteggiare i costi della vita quotidiana e il 70% ha percepito, dal 2011, un lieve o sensibile peggioramento della condizione economica. In maggioranza sono soddisfatti della vita, riservando le preoccupazioni (salute a parte) al futuro di figli e nipoti. Quasi la metà ha una vita sociale e culturale attiva, mentre un quinto - quasi sempre i più vecchi con pensioni basse, spesso donne sole - conduce un’esistenza confinata in casa, ai margini di qualsiasi dimensione pubblica. Metà circa è «digitalizzato» almeno a livello elementare e oltre tre quarti si muove con il proprio mezzo privato. Sono moderatamente soddisfatti dei luoghi in cui risiedono, anche se i giudizi precipitano nei quartieri con problemi di degrado igienico-ambientale, sicurezza, accessibilità dei servizi collettivi. A smentire idee ricevute, la maggioranza giudica positivamente i cambiamenti urbani, eventi come Expo, digitalizzazione dei servizi. Qualità e adeguatezza del welfare e costo dell’abitare sono le vere criticità, che suggeriscono l’agenda al sindacato che, non senza toni critici, mantiene qui una funzione importante. Anche perché sono tante le risorse materiali (aiuti economici, immobili, garanzie mutui) e i servizi (baby sitting, accompagnamento, prestazioni domestiche) erogati dai pensionati: due su tre tra gli intervistati avevano fornito nell’ultimo mese almeno un aiuto, economico o di servizi, di cui i primi beneficiari sono i figli, ma spesso anche amici, vicini e genitori.Il liquefarsi della «linearità del tempo delle nostre vite», per dirla con Sennett, ha ridisegnato l’anzianità archiviando la relazione tra vecchiaia e improduttività. Queste indagini ci restituiscono il profilo di una longevità socialmente attiva e di anziani spesso detentori di risorse. L’appurata insostenibilità dell’ancien régime pensionistico e le necessaria flessibilità in uscita non potranno essere affrontate solo come affari contabili, senza considerare le connessioni sociali che ricerche come questa suggeriscono.

(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)

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Autore (Cognome Nome)Bonomi Aldo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2015
Pagine13
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2015-09-14
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Sole 24 ore
Subtitolo in stampaIl Sole 24 ore, 14-09-2015, p.13
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)
Volume
Approfondimenti
Bonomi Aldo
Parole chiave: Atteggiamento verso invecchiamento Contesto urbano Crisi economica Dati statistici