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Fubini Federico

Le finestre dell’illuminazione

La Lettura (inserto Corriere della Sera), 213, 2015, p.9

Giorgio de Chirico fino ai suoi 30 anni produsse dipinti di un’originalità stupefacente, da cui André Breton decise che sarebbe venuta l’ispirazione del movimento surrealista. Passato quel periodo però non fu più creativo, tanto che da vecchio, finì per copiare il se stesso di oltre mezzo secolo prima, come scrive David Galenson «Diventò un falsario delle sue stesse opere». Galenson è un economista, insegna all’Università di Chicago, è a suo modo anche lui un innovatore; attraverso i suoi studi vuole comprendere in quale momento della vita le persone hanno la mente più produttiva. La risposta che ha trovato è che non c’è un’età sola. Si può raggiungere l’apice dalla creatività da giovani o anche da molto anziani, perchè non esiste un solo tipo di processo creativo. Né le età più intellettualmente fertili sono sempre le stesse, nella storia. Benjamin Jones, un altro economista, ha esaminato i vincitori di Nobel in fisica, chimica, medicina, economia e i grandi e riconosciuti innovatori tecnologici del XX secolo (circa mezzo migliaio di persone), verificando a che età hanno fatto le scoperte che li avrebbe portati al successo. Poiché quei tipi di ricerca scientifica sono fra i più puramente concettuali e astratti, i cinquecento innovatori di Jones sono in prevalenza giovani. Però, guardando i dati, Jones si è accorto che l’età dell’illuminazione cresceva nel tempo; l’apice della creatività scientifica si colloca in media intorno ai trent’anni nel 1900, ma slitta fino quasi a quaranta alla fine del secolo. La spiegazione di Jones è che prima di diventare produttivi, bisogna avere il bagaglio delle conoscenze passate che si amlpia, ovviamente durante i secoli. L’aspetto sorprendente è che la finestra della produttività non si sposta, il declino inizia sempre durante il decennio della quarantina. Ma questo vale solo per alcune materie, ad esempio, nota Jones, gli storici tendono a scrivere capolavori da vecchi. Ecco l’originalità del lavoro di Galenson, autore di "Old Masters and Young Geniuses: The Two Life Cycles of Artistic Creativity" . Da economista, ha studiato i prezzi d’asta delle opere d’arte prodotte nelle varie età della vita di alcuni artisti ( i pezzi più cari sono anche quelli del periodo più studiato o più esposto). La conclusione è che Picasso raggiunge il suo apice a 26 anni, con Les Demoiselles d’Avignon, ma Cézanne è al picco ai suoi 67, l’ultimo anno della sua vita. Secondo Galenson questa forbice mostra che la creatività è di due tipi: quella puramente concettuale, di innovatori spesso giovani che con l’intuizione creano modelli del mondo; e c’è quella sperimentale, di innovatori spesso più anziani che guardano al mondo, accumulano esperienza e la restituiscono per deduzione nelle loro opere. Per questo Galenson suggerisce di offrire borse di studio anche ai creativi più anziani, per ottenere da ciascuno il massimo della creatività.

(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)

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Autore (Cognome Nome)Fubini Federico
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2015
Pagine9
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo19000101
Numero213
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Lettura (inserto Corriere della Sera)
Subtitolo in stampaLa Lettura (inserto Corriere della Sera), 213, 2015, p.9
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)
Volume
Approfondimenti
Fubini Federico
Parole chiave: Arte, creatività Atteggiamento verso invecchiamento Invecchiamento attivo Rapporti intergenerazionali