Una recente ricerca Demos-Coop¹, ha cercato di analizzare come viene vissuta la globalizzazione in Italia misurando il suo impatto su cinque dimensioni: la cultura nazionale, la cultura locale, la politica, l’economia e l’ambiente. Queste dimensioni non sono percepite allo stesso modo tra le diverse generazioni. E’ importante evidenziare la distanza tra giovani e adulti. I cambiamenti portati dalla globalizzazione sono avvertiti soprattutto da questi ultimi. In particolare, la generazione di transizione (età compresa tra 37 e 51 anni) riconosce, più delle altre, nell’omologazione della cultura nazionale e locale un effetto della globalizzazione; la generazione dell’impegno (62-71 anni) sottolinea invece la perdita di sovranità degli stati nazionali; quella dell’identità (52-61 anni) indica in primo luogo la dipendenza dell’economia nazionale dal mercato globale. Quest’ultima generazione, insieme a quella dell’impegno, percepisce in misura maggiore il degrado ambientale come uno degli effetti che più segnano il mondo globale. Le due generazioni più giovani: quella della rete (15-24 anni) e quella del millennio (25-36 anni), forse perché nate e cresciute nel mondo globale, lo considerano lo scenario “normale” delle loro vite.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)