Le misure sulle pensioni saranno il piatto forte della prossima legge di stabilità. Equità sociale e flessibilità figurano tra le prime motivazioni dell'accordo fra governo e sindacati. L'APE faciliterà la soluzione di alcuni problemi generati dalla riforma Fornero per lavoratori e imprese. Non ci saranno significative ricadute sull'occupazione giovanile: il pensionamento degli anziani non si traduce automaticamente in nuove assunzioni di giovani. I settori che creano nuovi posti di lavoro sono infatti diversi da quelli che espellono occupati anziani. Sul fronte dell'equità, nel loro insieme i contenuti dell’accordo lasciano alquanto a desiderare. Sono da valutare positivamente le facilitazioni per i ricongiungimenti contributivi e i lavori usuranti, ma il grosso delle risorse verrà speso per aumentare gli importi delle pensioni più basse. La platea dei potenziali beneficiari includerà tutti i percettori della cosiddetta 14ª mensilità. Secondo stime dell'Inps, meno della metà di questi pensionati si trova in condizioni di bisogno economico. Gli altri vivono in unità familiari con reddito complessivo ben al di sopra della soglia di povertà. Se si fosse veramente perseguita l'equità, gli aumenti avrebbero dovuto essere filtrati tramite l'Isee, che misura per l'appunto la situazione economica della famiglia. Va poi considerato che nel nostro paese la povertà è oggi più diffusa fra i minori che non fra gli anziani. Invece di un intervento a pioggia che rischia di beneficiare anche chi non ha bisogno, sarebbe stato meglio stanziare più soldi per le famiglie con minori in condizioni di indigenza.
(Fonte: tratto dall'articolo)