Negro, demente, barbone, zitella, checca, prostituta…Quante sono le parole che si insinuano nel nostro parlare quotidiano e che hanno il potere di far sentire offeso o discriminato qualcuno? A quale età perdiamo il diritto di essere definiti semplicemente persone e con “nonchalance” possiamo essere classificati come nonni, nonnini o vecchietti? Quando accade che per descrivere la vitalità e l’entusiasmo di una persona, si cominci ad utilizzare l’aggettivo arzillo? Arzillo, ovvero «vispo, vivace, brioso, detto di solito dei vecchi»(treccani.it); vecchietto, un «vecchio arzillo, sveglio e ancora giovanile»(dizionari.repubblica.it). Eppure, a ben pensarci, l’aggettivo arzillo viene sempre utilizzato per riferirsi ad altri, difficilmente ci si autodefinisce in questo modo o ci si presenta come vecchietti.
(Fonte: tratto dall'articolo)