Nella RSA del Gruppo San Raffaele (Roma) sono in corso laboratori di musicoterapia volti alla stimolazione cognitiva dei pazienti affetti da varie forme di declino cognitivo tra cui l'Alzheimer, attraverso l'ascolto di canzoni che sono state spesso colonne sonore della loro vita e cantanti interpreti delle loro risate e delle loro lacrime.
Secondo un recente studio della Northwestern University (Usa), realizzato in collaborazione con l'Institute for Therapythrough the Arts (ITA), le emozioni prodotte dall'ascolto di musica amata durante la giovinezza resisterebbero sia all'Alzheimer, che alla demenza. È infatti ben noto come l'ascolto musicale abbia effetti protettivi verso i processi di neurodegenerazione che sottostanno alle varie forme di demenza tra cui la più diffusa e nota: l'Alzheimer.
Dal 2001 la musica è stata introdotta come tecnica non farmacologica per migliorare le funzioni cognitive e, in particolare, i disturbi comportamentali nei pazienti affetti da demenza. La sua efficacia terapeutica sembra basarsi sulla preservazione della memoria musicale anche in fasi più avanzate di malattia, grazie a cui il paziente con demenza sembra conservare intatte le abilità e competenze musicali fondamentali, intonazione, sincronia ritmica, senso della tonalità.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)