E’ partito a Torino il progetto «Università della Terza Età e Ben-Essere» che coinvolge 290 e 850 ricercatori impegnati in tutta la Penisola ed ha l’obiettivo di analizzare l’invecchiamento mentale, sociale, le malattie che lo accompagnano, la dieta, l’esercizio fisico, la riabilitazione. L’intento è di percepire com’è il vivere da anziani, e vedere se le persone meno attive hanno idee diverse da chi invece ha stimoli viaggiando e coltivando interessi ed amicizie. E’ tornato indietro circa un terzo dei tremila questionari distribuiti agli iscritti dell’università, e a compilarli sono state per il 78,8% le donne, che rappresentano quella stessa quota tra gli iscritti. E’ stata indagata una scala di ottimismo che identifica 3 differenti atteggiamenti degli anziani riguardo al futuro, esaminando come parametri la possibilità di realizzare i propri sogni, di avere un ulteriore sviluppo della persona, l’atteggiamento nei confronti del volontariato, il numero di significati di anzianità. Sono risultati ottimisti il 49,1%, i neutrali il 28,2% i pessimisti il 22,5%, e i più ottimisti sono le persone tra i 65-74 anni con il 52,6%, mentre i più pessimisti sono gli over 75%, con il 27,8%. Il pessimismo aumenta con l’età, senza incidenza di sesso e di grado di istruzione».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)