Due ricerche, rispettivamente di Confcooperative e Coldiretti/Ixè, descrivono il sentimenti e i dati di consumo degli italiani nelle ultime festività. Il primo studio descrive un Paese in cui la popolazione è passata dal rancore all’incertezza per il futuro, alimentata dall’aumento della povertà e dall’instabilità politica. Le tredicesime 2019 hanno sfiorato i 36 miliardi ma una fetta importante è stata destinata al risparmio (9,1 miliardi rispetto agli 8,8 dello scorso anno). Degli 800 milioni in più, rispetto allo scorso anno, solo una minima parte ha incrementato i consumi per il Natale 2019 (2,7 miliardi). Al Cenone di fine anno sono stati destinati altri 2 miliardi circa. In linea con gli scorsi anni il numero di italiani (9 su 10 ) che hanno trascorso il Natale in casa. Maggiore il numero di quelli che sono andati fuori a Capodanno (5 su 10) ma comunque in calo rispetto al 2018 che era già in discesa rispetto al 2017. Il sentiment non sembra, dunque, particolarmente positivo.
Due i segnali che la tendenza al risparmio ha prevalso; il primo è che il black Friday di fine novembre è stato colto come l’occasione per anticipare i regali di Natale e spendere il meno possibile; altro segnale riguarda le tavole; si nota la tendenza ad imbadirle all’insegna dell’austerity. Un dato per tutti è quello degli under 40 che, in almeno 3 casi su 10, hanno acquistato in anticipo e congelato oppure hanno comprato online per un risparmiare dal 15-20% rispetto alla spesa fatta all’ultimo momento.
Su cosa portare in tavola gli italiani hanno gli stessi gusti e preferiscono le eccellenze del made in Italy sia per il bere (spumanti e prosecchi battono lo champagne) che per i piatti da portare in tavola (pesce, frutta, formaggi, dolci) ma con differenti atteggiamenti in base alle età. Tra gli over 50 prevalgono le ricette tradizionali o di famiglia mentre i più giovani si affidano a blog e app per cercare ricette ad effetto (crudi con avocado, rombo in crosta di cacao; risotto gamberi e liquirizia; filetti di pesce con mele e uva bianca). L’aumento dei “riciclatori seriali” dei regali di Natale, sempre per il centro studi di Confcooperative, è un ulteriore indicatore della tendenza al risparmio. Circa 1 italiano su 3 (23 milioni di persone contro i 21 dello scorso anno) ha donato ad altri un regalo ricevuto per un valore stimato in 3,3 miliardi di euro (+500 milioni rispetto allo scorso anno).
C’è anche chi non ha ricevuto regali e, per le cene delle festività, ha dovuto ricorrere agli aiuti alimentari. Lo rivela una indagine Coldiretti-Ixè che colloca in questa situazione moltissimi nuclei familiari di nuovi poveri: pensionati, disoccupati e famiglie con bambini. La punta dell'iceberg della situazione di disagio in Italia sono i 2,7 milioni di persone che nel 2019 sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare. Trai più deboli degli indigenti Coldiretti stima ci siano 453.000 bambini under 15, quasi 197.000 anziani over 65 e circa 103.000 senza fissa dimora. Questi i dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead ( Fondi aiuti europei agli indigenti) attraverso dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) che si occupa della distribuzione degli aiuti attraverso 10.500 strutture periferiche (mense e centri di distribuzione) promosse da 200 enti caritativi.
Il lato positivo della medaglia, evidenzia l’indagine Coldiretti , riguarda la solidarietà che ha visto un italiano su due (48%) impegnato in iniziative di aiuto ai bisognosi durante le ultime festività. L'occasione per fare qualcosa è stata offerta attraverso l’ultima iniziativa promossa da Coldiretti insieme a Campagna Amica. Nei mercati degli agricoltori a chilometri zero ogni consumatore ha potuto lasciare una " Spesa sospesa" come libera donazione di prodotti a favore dei più bisognosi. Il modello è quello dell'usanza campana del "caffé sospeso".