In un articolo pubblicato su Qualitative Social Work, la ricercatrice svedese Anna Olaison si è interrogata su come siano riportate nella documentazione ufficiale la rappresentazione dei bisogni degli anziani assistiti dai servizi sociali.
La forma e il contenuto delle cartelle sociali infatti possono avere conseguenze importanti sulla vita delle persone, perché dirigono e influenzano le decisioni prese dai servizi.
La documentazione infatti costituisce anzitutto uno strumento di comunicazione tra professionisti.
Questa consapevolezza permette di identificare, attraverso l’analisi della stessa, l’immagine mentale che i servizi sociali hanno degli anziani.
Immagine che a sua volta rispecchia la concezione degli anziani nella società.
Lo studio delle cartelle ha permesso alla Olaison di individuare due tipologie fondamentali di fascicolo. La prima, detta di tipo A, presenta caratteristiche prevalentemente descrittive, riportando i fatti in modo impersonale ed oggettivo.
La seconda, di tipo B, risulta invece orientata alle persone, con una struttura narrativa, che spesso riporta le parole stesse degli anziani.
La differenza più evidente tra le due tipologie risulta dall’analisi dei bisogni identificati: la tipologia B è più efficace nell’individuare tutte le categorie di bisogni, compreso quello sociale.
A differenza di quanto accade con la tipologia A.
Anche se, commenta la Olaison, le categorie dei bisogni identificati non variano di molto nei diversi fascicoli, con una preminenza di quelli di tipo sanitario rispetto ai bisogni di tipo sociale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)