Se l’aria che respiriamo fosse più pulita ci sarebbero molti meno casi di Parkinson, Alzheimer e altre forme di demenza.
È la conclusione a cui giunge uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health che per il numero delle persone coinvolte e la durata del periodo di osservazione sembra proprio muovere un’accusa fondata alle polveri sottili Pm 2,5.
Gli scienziati hanno raccolto dati sulle ammissioni ospedaliere di più di 63 milioni di cittadini statunitensi over 65 nell’arco di 17 anni. Le informazioni sono state ricavate dal database nazionale delle prestazioni sanitarie assicurate dal Medicare (il programma americano che offre copertura sanitaria alle persone anziane o con particolari condizioni cliniche).
L’indagine è la prima condotta a livello nazionale negli Stati Uniti sull’associazione tra particolato sottile e malattie neurodegenerative e si basa su una gigantesca quantità di dati, non paragonabile a quella di nessun altro studio simile.
I ricercatori hanno messo a confronto i dati sui ricoveri ospedalieri con l’indirizzo di residenza dei pazienti e il livello di Pm 2,5 registrato nella zona. Scoprendo che a ogni aumento annuale di Pm 2,5 di 5 mg per metro cubo di aria corrisponde un aumento del 13 per cento del rischio di un ricovero ospedaliero per sintomi dovuti al Parkinson, all’Alzheimer o ad altre forme di demenza.
L’aspetto più preoccupante di questi risultati è che il rischio di deterioramento neurologico resta elevato anche al di sotto dei livelli presumibilmente sicuri di esposizione al Pm2,5, che, secondo gli attuali standard della US Environmental Protection Agency, corrisponde a 12 μg/m3 o meno.
«Il nostro studio nazionale negli Stati Uniti mostra che gli standard attuali non proteggono abbastanza la popolazione anziana americana, ed evidenzia la necessità di norme e politiche più rigorose che aiutino a ridurre ulteriormente le concentrazioni di Pm2,5 e a migliorare la qualità dell'aria in generale», ha affermato Antonella Zanobetti, del Dipartimento di salute ambientale della Harvard Chan School e co-autrice dello studio.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)