Il documento “Proposte per l’introduzione di un Sistema Nazionale Assistenza Anziani”, elaborato dal “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” intende offrire un contributo nella realizzazione di quella riforma, prevista dallo stesso Pnrr, che introduca un sistema organico di assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia.Come ricorda il Patto, costituito da una lunga lista di associazioni e organizzazioni che si occupano di welfare e di anziani, “siamo all’inizio del cammino della definizione della riforma, i cui primi atti consisteranno nella presentazione del Disegno di Legge Delega da parte del Governo e nella successiva discussione in Parlamento. La declinazione operativa avverrà successivamente, per mezzo dei Decreti Delegati che attueranno la Legge Delega approvata dal Parlamento.
Le proposte vengono articolate in cinque punti. Il primo punto è l'istituzione dello Sna, composto dall’insieme di tutte le misure a titolarità pubblica – di Stato, Regioni e Comuni – dedicate all’assistenza degli anziani (65 anni e +) non autosufficienti. Lo Sna si fonda sul finanziamento pubblico dei livelli essenziali rivolti agli anziani non autosufficienti e comprende i livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) e i livelli essenziali delle prestazioni sociali (Lep), che vengono definiti e regolati contestualmente. Lo Sna è fondato sul governo unitario e sulla realizzazione congiunta delle risposte da parte dei diversi soggetti pubblici responsabili (Stato, Regioni, Comuni).
Il secondo nodo della proposta di riforma è la previsione di un'unica valutazione nazionale per accedere alle diverse misure afferenti allo Sna. Questa valutazione avverrà nell'ambito di un percorso unitario semplificato: Lo SNA si fonda sull’unitarietà dell’accesso. Dunque, la possibilità di accedere all’insieme degli interventi dello SNA viene stabilita tramite una sola valutazione, la Valutazione Nazionale di Base (VNB). Lo Sna prevede per anziani e famiglie un percorso unico, chiaro e semplice, nell’intera rete del welfare.
Il terzo nodo è la Rete integrata delle risposte, coordinate e complementari. Lo SNA si articola in una filiera organica di risposte differenziate e complementari, in coerenza con i molteplici profili della non autosufficienza. La filiera si snoda attraverso i diversi setting assistenziali – domiciliare, semi-residenziale e residenziale – e attribuisce la priorità alle risposte fornite a casa degli anziani. Per questo, la priorità è la domiciliarità . “I servizi domiciliari – si legge nel documento - vengono forniti in modo integrato tra sanità (Asl) e sociale (Comuni). È individuato il case manager, punto di riferimento costante nel tempo per anziani, caregiver familiari e altri soggetti coinvolti”.
In questa rete integrata, la domiciliarità riceve un'attenzione specifica. I servizi domiciliari vengono forniti in modo integrato tra sanità (Asl) e sociale (Comuni). Dal punto di vista del supporto economico, viene introdotta la “Prestazione Universale per la Non Autosufficienza”, che assorbe l’indennità di accompagnamento. È un trasferimento monetario a cui si accede esclusivamente in base al bisogno di cura e il suo valore è graduato secondo il livello di quest’ultimo. Viene poi definito il riconoscimento della funzione di cura del caregiver familiare e l’obiettivo di salvaguardarne le condizioni materiali e il benessere psico-sociale sono trasversali all’intera architettura dello SNA.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)