Da alcuni giorni si moltiplicano le segnalazioni di decessi in strutture sanitarie e case di riposo per anziani. Da Nord a Sud vengono predisposti interventi di sanificazione nelle residenze che li ospitano. Crescono anche le denunce di familiari i quali, tenuti lontani dalle disposizioni di legge, fanno sapere che mancano, all'interno di molte strutture, i presidi fondamentali per il contenimento dell’epidemia.
Il quadro delle competenze fra Stato, Regioni e comuni, non è ben definito a causa della riforma del titolo V della Costituzione che risale ormai al 2001. Non è chiaro a chi debba spettare il compito di fornire mascherine, guanti e altri presidi fondamentali a ridurre il rischio contagio. C’è poi il problema che molte di queste strutture operano in regime privatistico e, in alcuni casi, come è emerso dalle cronache, sono addirittura illegali. Il tutto rende la situazione molto difficilmente gestibile, specie in caso di emergenza. Il contagio si è diffuso rapidamente e ha ucciso molti anziani ricoverati in strutture residenziali in Lombardia e Veneto ma di recente anche nelle Marche (a Cingoli) nel Lazio (in provincia di Roma e Rieti) in Campania (vicino a Benevento) e si sta estendendo anche nelle strutture dei tutto il Mezzogiorno.
In questo contesto, i governi locali si stanno muovendo in ordine sparso.
Il governatore del Veneto
ha affermato che il coronavirus "purtroppo verrà ricordato come il virus delle case di riposo, perché colpisce le persone più deboli" e ha annunciato che, per contenere la situazione nella sua regione varerà un piano ad hoc e attuerà uno screening nelle case di riposo per fornire assistenza specifica medico-sanitaria.
La Regione Piemonte, in un comunicato stampa del 23 marzo, ha annunciato che è in distribuzione la prima tranche di 30.000 mascherine agli operatori delle case di riposo e che si stanno mettendo in campo tutte le risorse e le forze disponibili. La regione Liguria, nel comunicato stampa del 24 marzo, ha reso noto che sarà data la massima attenzione alle residenze sanitarie che sono “ l’anello debole della catena”.
Il Presidente della Campania ha diramato una nota alle Asl chiedendo di incrementare i controlli nelle strutture di ricovero del suo territorio. Nelle Marche, con una ordinanza del 26 marzo, si favorisce la mobilità dei volontari del terzo settore anche per l’ assistenza a persone ricoverate in strutture residenziali socio assistenziali .
L’unico provvedimento organico finora emesso in materia è quello della Regione Toscana (ordinanza n.21 del 29 marzo) che stabilisce le misure da prendere sia nel caso in cui gli ospiti della struttura manifestino condizioni cliniche instabili che nel caso in cui abbiano sintomi lievi del contagio.
Nel primo caso sono presi in carico del Servizio sanitario regionale, nel secondo devono essere isolati "in una struttura socio-sanitaria appositamente dedicata, con livelli di assistenza infermieristica H24, supporto giornaliero di personale medico e garanzia di supporto di ossigeno, se necessario".
Se la struttura non ha al suo interno la possibilità di separare aree e percorsi Covid e non Covid, "sarà sottoposta a quarantena, con attivazione di idonea sorveglianza sanitaria in stretta collaborazione con la Asl territorialmente competente".
L'ordinanza in questione disciplina inoltre le modalità di continuazione del lavoro del personale delle strutture e le modalità di effettuazione dei test in caso si manifestino positività nonché le condizioni di accesso alle strutture dei componenti dell’Usca (Unità speciale di continuità assistenziale) e dei medici di medicina generale. Infine, il provvedimento della Toscana regolamenta anche i casi di nuovi ingressi in Rsa per i quali, oltre all'ordinario accertamento dello stato di salute dell'ospite, si prevede l'obbligo di effettuare il tampone.
Condividere le buone pratiche è forse difficile in un momento di emergenza ma sarebbe utile che si definisse un quadro d'insieme organico a livello regionale anche per garantire parità di trattamento e diritto alla cura a tutti gli anziani ricoverati in ogni parte d'Italia.