I ricercatori italiani sono riusciti a contrastare il processo neurodegenerativo alla base della malattia del Parkinson grazie all’impiego delle “resolvine”. Si tratta di un gruppo di molecole che il nostro organismo produce per spegnere i processi infiammatorie riparare i tessuti danneggiati. Lo studio, condotto in laboratorio, è stato condotto nell’ambito di un più generale rapporto tra gli stati infiammatori e lo sviluppo delle malattie neurodegenerative.
Ad oggi la diagnosi della malattia avviene tardivamente, quando più della metà dei neuroni dopaminergici è andata distrutta senza possibilità di essere rigenerata. Essere riusciti, anche se in laboratorio, a intervenire nel processo neurodegenerativo prima che i neuroni dopaminergici siano stati distrutti per sempre, fa ben sperare per avviare future sperimentazioni cliniche in grado di rallentare la malattia.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)