Gli ultimi dati Istat sulla natalità in Italia confermano il record negativo del 2023 con 379 mila nascite. Con il numero medio di figli per donna che scende a 1,20 da 1,24 del 2022 e si avvicina al minimo storico del 1995 quando si arrivò a 1,19. La media Ue è 1,46. La Sardegna è la regione d’Europa con il numero medio più basso, 0,91 figli a donna. La Provincia Autonoma di Bolzano ha il record assoluto con 1,56, anche se in discesa rispetto all’1,64 del 2022. È stato calcolato che nel 2050 ci sarà un giovane ogni tre anziani.
Secondo Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità e organizzatore degli Stati generali della Natalità, l’alternativa è creare una Agenzia per la natalità per pensare a nuove azioni e in poco tempo studiare una riforma seria ed efficace per far ripartire le nascite. L’Italia ha anche il primato dell’età più alta in cui le donne diventano madri: 32,5 anni contro la media Ue di 29,7. E l’8,9% dei primi nati ha una mamma over 40.
Il rapporto di Save the children «Le equilibriste: la maternità in Italia nel 2024» lo chiama «fertility gap»: la discrepanza tra il desiderio di avere un certo numero di figli e la concretizzazione dell’esperienza genitoriale. Ma la denatalità non è un caso solo italiano. La Spagna ha una media di 1,16 figlio per donna. La Francia ha il tasso di fertilità più elevato in Ue — 1,79 nascite — grazie a politiche mirate che sostengono i neogenitori con importanti aiuti economici, agevolazioni fiscali, asili nido, scuola a tempo pieno e part time nei primi anni di vita.
Nonostante ciò nel 2023 ha registrato un calo del 7%. Anche la Germania è alle prese con una forte denatalità scesa a 1,46 figli di media per donna, fenomeno che il governo cerca di contrastare con supporti economici per i figli, congedi retribuiti anche nei part time e nidi garantiti. Da sottolineare la politica familiare della Finlandia, che nel 2019 ha toccato il suo minimo storico con una media di 1,35 figli: oltre a voucher baby sitter e sostanziosi benefit economici per ogni figlio, ha riformato il congedo parentale che si allunga e si trasferisce da un genitore all’altro, per un modello familiare più paritario.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)