"Mi rendevo sempre più conto che il problema del vecchio ricoverato in ospedale non si esauriva solo nel trattamento farmacologico e riabilitativo, ma doveva piuttosto comprendere sempre più approfonditamente l’essere e il divenire della persona".
Con una semplice e illuminante lettera, al settimanale L'Espresso, il Prof. Coppola ci induce a riflettere sulla visione della persona anziana e della definizione del "vecchio", oggi agli onori della cronaca in un momento tragico, e ci sprona a ripartire con un approccio che tenga in debito conto il ruolo che ha avuto ed ha tutt'ora, nella società contemporanea.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)