Venti anni dopo il suo primo libro Sex and the City, Candace Bushnell pubblica un nuovo lavoro dal titolo Is Still Sex in the City? (ed.Grove Atlantic). Incastonato tra l'Upper East Side di Manhattan e un'enclave di campagna conosciuta come The Village, segue un gruppo di amiche (Sassy, Kitty, Queenie, Tilda Tia, Marilyn e Candace) alle prese con le moderne relazioni di mezza età.
Tra le situazioni c'è anche il "Cubbing", fenomeno in cui una donna anziana interessa a livello amoroso un uomo molto più giovane. O ancora apprendiamo che il trattamento "Mona Lisa" è un intervento di restauro delle parti intime femminili spesso suggerito a donne di mezza età. La Bushnell illustra con umorismo il panorama delle relazioni di oggi e i tipi umani che le popolano. Una storia che comprende tutti gli aspetti: matrimonio e figli, divorzio e lutto, includendo le pressioni che le donne subiscono sul mito dell’eterna giovinezza e dell’avere tutto.
La nuova raccolta Is There Still Sex in the City? fa il backup di tutto quello che, a partire dagli anni Novanta, si scopriva sul sesso nella metropoli newyorkese, prodotto a sua volta della sua rubrica, lanciata sul New York Observer nel 1993, poi diventata libro (Sex and the City) e infine serie tv dal 1998 al 2004.
“Non mi aspettavo il successo ottenuto da Sex and the City” dice la Bushnell: “I racconti che pubblicavo sulla mia rubrica erano un organismo a sé, come lo sono i tic e i vuoti di memoria. Li considero a tutti gli effetti uno studio antropologico”. Non solo sull’universo femminile ma sull’America stessa.
Dal 2004 in poi è cambiato tutto: c’è stato il crack dei mutui subprime negli Usa, la gentrificazione di New York City e i cinque isolati più commerciali della metropoli (da Christopher a Bank Street) non tengono più il passo con il mercato immobiliare.
Se il marchio di Sex and the City era il gossip, il suo sequel (Is There Still Sex in the City?) deve fare i conti con il pensiero dominante. Della sinistra americana e del post-Me Too.
Data l’intolleranza verso chi pratica il pensiero libero e va controcorrente, diventa difficile riconoscersi con l’alter ego di Candace Bushnell (Carrie) solo perché si simpatizza con il suo modo di essere. La Bushnell, presentando la nuova opera, afferma: “A me piace pensare che le donne siano Prime Ministre delle loro vite. Non ne posso più di sentir parlare di menopause, post-menopause, Cougar, donne mature a caccia di giovani. Il lessico va aggiornato. Sono passati ventitré anni dalla trasposizione di Sex and the City in televisione. Oggi, noi donne di mezza età facciamo sesso ma con parsimonia –io, per lo meno, ho smesso di farlo per cinque anni di fila, prima di ritrovare alcune amiche negli Hamptons e rientrare nel giro del dating. I Baby boomers si danno da fare. Su Tinder ho trovato parecchi uomini di ottant’anni a caccia di cinquantenni, oltre ad aver scoperto che non posso truccare la mia età, sennò sballo l’algoritmo. Considero i social una specie di sessismo all’inverso: se, al momento della registrazione, mettete ‘65 anni’ tra i dati anagrafici su Instagram, vedrete che non esiste un pubblico per voi. E chi lo ha deciso? Comunque, statisticamente, mi preoccupano i Millennials. I giovani di oggi sì che il sesso lo praticano poco”. La Bushnell sostiene che Carrie Bradshaw, se vivesse ai tempi dei social media sarebbe di certo una influencer.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)