La nostra società, secondo l’autore, è attraversata da cinque grandi fratture che sono i temibili volti della disuguaglianza:
1) la frattura fra ricchi e poveri cresciuta negli ultimi trenta anni non solo per fattori di ereditarietà ma anche per i divari reddituali indotti da politiche redistributive sbagliate;
2) la frattura fra chi sa e chi non sa già in atto ma che crescerà con la digitalizzazione dell’economia che vedrà drasticamente ridursi i lavori routinari e ripetitivi;
3) la frattura fra uomini e donne in cui queste ultime considerate formalmente inattive sono in realtà quelle che reggono da sole il lavoro di cura sia di bambini che di anziani.
4) la frattura fra giovani e vecchi che si è allargata molto negli ultimi venti anni e ha colpito molto i giovani rispetto alle generazioni adulte;
5) la frattura fra nord e sud che è anche europea e riguarda i Paesi a nord e a sud del Continente. A sud i cittadini hanno meno possibilità di fruire di reti fisiche e immateriali utili alla realizzazione multdimensionale della vita.
Per l’autore le fratture si contrastano con una crescita economica intelligente ed inclusiva investendo su un welfare che dia priorità alle donne e alla prima infanzia, che sostenga le fasce povere di popolazione; investendo in scuole ed istruzione anche nelle zone svantaggiate e nel socio-sanitario in un Paese come il nostro ad alto tasso di invecchiamento che necessita soprattutto di politiche di prevenzione e di corretti stili di vita.
(Fonte: tratto dall'articolo)