Nel lavoro di cura il tempo si dispiega su due fronti: il tempo dell'operatore e quello della persona che cerca con fatica la sua strada. da qui una domanda: di quanto tempo ha bisogno una persona per attivare dentro di sé un qualche cambiamento mentre interagisce con l'operatore? Spesso si sottovaluta il fatto che ogni nuova capacità richiede un tempo adeguato di interiorizzazione, all'incrocio tra attese personali e perturbazione prodotta dall'operatore. Ogni persona, infatti, ha un suo stile di apprendimento e un suo modo di riorganizzarsi nell'evolversi, con pause non prevedibili, tanto meno prescrivibili. Da qui l'elogio per il saper sostare, in ascolto del tempo dell'altro.
(Fonte: tratto dall'articolo)