Il Workshop HerAcademy: “Demografia e Lavoro: nuove prospettive di sviluppo” (Bologna 11\12), si è focalizzato sulla longevità, per riflettere non solo sull’impatto economico e sociale dello squilibrio generazionale ma anche sulle opportunità che l’economia della longevità apre per imprese e individui.
L’Europa sta affrontando una transizione demografica senza precedenti, la combinazione di una bassa natalità e di un’aspettativa di vita sempre più lunga sta ridisegnando la piramide demografica e rendendo la Ue sempre più marginale nella scena geopolitica. Sulla popolazione del pianeta il peso europeo è già sceso sotto il 10% e potrebbe toccare il 5% alla fine del secolo.
E mentre gli anziani aumentano (gli over 65, che oggi sono il 15% della popolazione attiva mondiale raddoppieranno da qui al 2050) la fascia delle persone attive 20-64enni si va contraendo.
In Europa la situazione è aggravata da un tasso di fecondità sceso a 1,7, sotto il livello di rimpiazzo, e in Italia, si è arrivati a 1,2 figli per donna: avere una natalità così bassa - abbinata all’invecchiamento sta mettendo in difficoltà il mercato del lavoro.
Le persone attive, che sono oggi il 59%, caleranno al 48,4% nel 2050. Ad appesantire il quadro nazionale sono il debito pubblico che vincola le possibilità di crescita e il sottoutilizzo di due componenti rilevanti della forza lavoro, ovvero giovani e donne.
La fascia di età 25-34 anni è diminuita del 15% negli ultimi 20 anni in Italia, passando da 8,5 milioni a circa 6,2 milioni, il tasso di Neet è al 20%, il divario tra tasso di occupazione maschile e femminile è al 18%, dati doppi rispetto all’Europa.
E questo non solo frena la produttività, ma aggrava le disuguaglianze sociali e territoriali, minando la competitività del Paese. Occorre investire sull’invecchiamento attivo in condizione di salute e sul long life learning per valorizzare la forza lavoro anche nelle fasi più mature e promuovere politiche migratorie sistemiche.
Ma servono anche politiche di integrazione che facilitino l’ingresso e poi la partecipazione attiva degli immigrati alla vita sociale e d del Paese. Ma tutte queste leve non funzionano separatamente e vanno accompagnate da politiche per la casa, di conciliazione vita-lavoro, di sostegno alla natalità.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)