In Italia c’è un sistema di assistenza che traballa e non è più in grado di rispondere alle esigenze degli over 65. I non autosufficienti sono in costante crescita. Un rapporto del Centro Ricerche dell’Università Bocconi di Milano ne ha censiti oltre 2,8 milioni, di cui solo la metà usufruisce di servizi socio-sanitari. Gli altri sono assistiti da circa 8 milioni di caregiver familiari (di cui 1 su 5 è a sua volta ultrasessantenne). Si organizzano con soluzioni “fai-da-te” e sono affiancati da quasi un milione di badanti (la media è di 14,2 ogni 100 cittadini sopra i 75 anni). L’ Ipsos (istituto di ricerca) ha poi rilevato la mancanza di circa 250mila posti letto nelle strutture di accoglienza. Giovanni Fosti, docente della Bocconi, ha sollecitato gli esperti del settore a guardare oltre pensando a soluzioni innovative in questo campo. Queste possono venire dall’ Internet delle cose, da app con dispositivi mobili anche personalizzati (per facilitare la mobilità dell’anziano e la prevenzione delle malattie), dal monitoraggio a distanza dei parametri vitali, dalla video-sorveglianza in ambito domestico, dalla stampa in “3 D” e dall’intelligenza artificiale e, infine, dalla robotica applicata all’assistenza agli anziani. Altri esperti come il prof. Roberto Bernabei (dell’Università Cattolica di Roma), Roberto Messina ( presidente di Senior Italia FederAnziani) e il prof. Marco Trabucchi (direttore scientifico del gruppo di ricerca geriatrica di Brescia) sottolineano altri aspetti su cui bisognerebbe rivoluzionare il sistema prima di andare a sbattere contro un muro.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)