Secondo una recente indagine condotta dal Consiglio Nazionale del Notariato, il 46% dei lasciti solidali al non profit ha un valore inferiore ai 20mila euro e solo il 10% supera i 100mila euro. Il fatto che il lascito solidale inizi a “sfondare” anche fra chi ha eredi è il dato sociologicamente più interessante per un segmento del fundraising che in molti ormai definiscono strategico. Come spiega la professoressa Luisa Leonini, sociologa dell’Università degli Studi di Milano, esperta di scambi economici fra le generazioni, nell’ampio servizio dedicato ai lasciti testamentari: «Ormai gli scambi economici fra le generazioni avvengono come donazioni in vita, ad esempio aiutando i figli a comprare casa. In più con l’aspettativa di vita elevata, il patrimonio si erode. Terzo dato, di non poco conto, è che ormai si eredita a 60 anni da genitori 80enni. Tutto questo depotenzia l’eredità nel suo valore economico, diventa una questione prevalentemente simbolica. A quel punto, per chi ha già elargito in vita, è più facile pensare a un lascito al non profit, come scelta in continuità con quell’atteggiamento solidale che si è sempre avuto». Il nuovo Rapporto Giving Italy 2015 calcola che il legacy fundraising, che oggi si attesta a circa 1,1 miliardi di euro diventerà un tassello fondamentale delle entrate del non profit e secondo le proiezioni dell’Osservatorio di Fondazione Cariplo, dai soli patrimoni senza eredi da qui al 2030 potrebbero arrivare al non profit 129 miliardi.
(Fonte: tratto dall'articolo)