Scienziati dell’Imperial College di Londra e dell’università di Edimburgo hanno utilizzato delle risonanze magnetiche e degli algoritmi di apprendimento automatico (il cosiddetto machine learning) per cercare di predire l’età cerebrale e le sue conseguenze per la salute degli individui. Hanno scoperto che una discrepanza tra l’età del cervello e quella biologica può indicare una morte prematura, ovvero prima degli 80 anni.
Per gli uomini l’aspettativa di vita si accorcia se il loro cervello è più vecchio di 8 anni. Mentre per la donna ne bastano solo due. Misurando il volume del tessuto cerebrale e stimando la perdita totale di materia grigia e bianca il valore della perdita è considerato un marker del processo di invecchiamento del cervello. Lo studio ha anche evidenziato che un cervello prematuramente invecchiato porta anche problemi di salute fisica e psicologica, incide sulla capacità polmonare e sulle capacità motorie dell’anziano, rallentando per esempio la sua camminata. Il margine d'errore è ancora ampio, ma gli scienziati sono fiduciosi negli sviluppi di questa tecnica che potrebbe consentire, in futuro, di intervenire e fare cambiare lo stile di vita o suggerire ai pazienti di iniziare una determinata terapia per evitare una morte prematura.
(Fonte: tratto dall'articolo)