«Si ha solo l’età che si sente» dice un detto. E sembra proprio essere così perché gli anni che si sentono hanno profonde implicazioni nel processo di invecchiamento e sul nostro stato di salute. Immaginiamo un attimo di non avere un certificato anagrafico in mano: quanti anni ci sentiamo addosso? L’esperienza quotidiana ci suggerisce che non tutti invecchiamo allo stesso modo perché molte persone si percepiscono più giovani o più vecchie di quello che in realtà sono. Ma questa «età soggettiva» ha un grande effetto sulla nostra salute fisica e mentale e può predirla più di un certificato di nascita. Numerosi studi dimostrano che l’età soggettiva è anche legata a importanti effetti sulla salute, compreso il rischio di morte. Conoscere i fattori biologici psicologici e sociali alla base dell’esperienza individuale di invecchiamento potrà forse aiutarci a vivere più a lungo e in salute.Si sa che le persone tendono a rilassarsi e ad essere più pacate quando invecchiano: in genere sono meno estroverse, meno aperte a nuove esperienze. Ma questi cambiamenti di personalità sono meno pronunciati in chi si sente più giovane e più accentuate in chi si sente più anziano. È interessante notare tuttavia che le persone con età soggettive più giovani sono diventate più coscienziose, meno nevrotiche e più calme, cambiamenti positivi che derivano dal normale processo di invecchiamento. Diventano più sagge, caratteristica che deriva da una maggiore esperienza di vita, senza però perdere l’energia e l’esuberanza dei giovani.
(Fonte: tratto dall'articolo)