"Lo sviluppo di regimi a bassa intensità meno tossici e con una buona efficacia rappresenta una priorità per il trattamento dei pazienti adulti anziani e unfit con leucemia mieloide acuta" scrivono gli autori, guidati da Tapan M. Kadia, dello University of Texas MD Anderson Cancer Center di Houston. Infatti, la terapia di prima linea per i pazienti anziani o unfit con leucemia mieloide acuta dà risultati scadenti ed è gravata da una tossicità non indifferente. Sebbene gli agenti ipometilanti come azacitidina e decitabina portino ad outcome migliori rispetto alla sola terapia di supporto, si associano a tassi di risposta e benefici di sopravvivenza più bassi rispetto agli approcci standard utilizzati nei pazienti più giovani o più sani.
(Fonte: tratto dall'articolo)