Nel 1960 gli abitanti dell’Ue rappresentavano il 13,5% della popolazione del mondo, nel 2015 erano solo il 6,9% e nel 2055, rappresenteranno il 4,9% dei 10 miliardi di persone che abiteranno sulla Terra. Come evidenziato dal primo di alcuni studi condotti dal Centro di ricerca del Parlamento europeo (Eprs) in collaborazione con Globalstat e l’Istituto universitario europeo (Eui), la popolazione dell'UE crescerà lentamente e continuerà a invecchiare in modo significativo. “Prospettive demografiche dell’Ue” mette in rilievo anche un secondo dato, l’invecchiamento della popolazione europea: tra il 2001 e il 2016 l’età media nell’Ue si è alzata di 15 anni passando da 38,3 anni a 42,6. Nel 2004 il numero di over65 ha uguagliato quella dei minori di 14 anni. Nel 2016 gli over 60 erano il 25,3% della popolazione; gli ottantenni erano il 5,4%, ma saranno l’11,4% nel 2050 mentre continuerà il percorso di “contrazione” della popolazione 15-64, quella in età lavorativa. Nel 2080 cinque persone saranno in età lavorativa ogni quattro anziani o bambini, con notevoli conseguenze sul piano economico, del mercato del lavoro, della sanità e dei sistemi pensionistici. I fattori in grado di poter modificare questo trend sono 3: cambiamenti della aspettativa di vita, la modifica dei tassi natalità, la circolazione e migrazione delle persone. Mettere in atto politiche che favoriscano cambiamenti in queste tre direzioni hanno bisogno di molto tempo per dare dei frutti. Nel breve e medio periodo occorre quindi preparare la fase di transizione ad una UE più vecchia, iniziando dall'adeguamento dei servizi sanitari; una popolazione che invecchia comporta un aumento di malattie croniche e multi-patologie e una crescita della domanda di assistenza sanitaria. I suggerimenti ai 28 Paesi UE in ambito sanitario riguardano l'invito ad operare una rivoluzione dei sistemi sanitari per renderli “adeguati alle necessità e resilienti”; lavorare sulla prevenzione delle malattie con progetti e campagne sugli stili di vita sani per consentire al maggior numero di persone un “invecchiamento sano”; contrastare negli adolescenti comportamenti sbagliati che “degenerano in patologie croniche nell’età adulta”, prima fra tutte l’obesità infantile.
(Fonte: tratto dall'articolo)