“Longevità” è l’edizione italiana di “Lifespan”, un capolavoro prodotto dal genio irriverente e antiparadigmatico di David Sinclair, pioniere e leader internazionale nel campo della ricerca su invecchiamento e longevità.
In questa opera Sinclair ci fa capire che l’invecchiamento non è scritto nel codice della creazione e che solo la curiosità, la lucidità e l’intelligenza antiparadigmatica umana ci potranno rendere degni del dono della vita. Sinclair ci travolge in un viaggio che parte dai riferimenti storici delle tappe più critiche delle ricerche su invecchiamento e longevità, arrivando al presente, per poi spingersi ai confini della scienza, facendoci scoprire quello che fino a pochi anni fa sarebbe stato considerato un’ipotesi eretica, fantascienza, ma che ora potrebbe catapultare il dogma dell’inevitabilità dell’invecchiamento.
Ai tempi di Galileo e Copernico, un cambiamento di paradigma come il concetto che la Terra ruotasse intorno al sole, e non viceversa, poteva richiedere secoli. I tempi si stanno fortunatamente accorciando, e spero che il nuovo paradigma rivoluzionario introdotto da David Sinclair verrà presto e inconfutabilmente accettato: l’invecchiamento è una malattia … invecchiamo, ma potremmo non farlo. Un concetto molto vicino alla mia visione della vecchiaia, da sempre considerata una malattia terminale (sessualmente trasmessa) irreversibile, ma che non deve necessariamente esserlo, o perlomeno potrebbe venir convertita in una malattia cronica ad andamento molto più prolungato.
Negli USA, la longevità è diminuita negli ultimi 3 anni, e per la prima volta i bambini nati oggi potrebbero vivere meno dei loro genitori. Il 90% della popolazione sopra i 65 anni è affetto da almeno una patologia cronica degenerativa, con il 75% affetto da due comorbilità. È ormai evidente che queste comorbilità insieme all’età avanzata sono fattori di rischio critici anche per lo sviluppo delle complicanze più temibili delle infezioni virali, come Covid-19.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)