“Limitless” è il progetto sperimentale dell’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza di Bologna, che ha lo scopo di facilitare l’accesso alle risorse digitali alle persone cieche o ipovedenti in età avanzata. Una formazione coinvolgerà 50 partecipanti, che acquisiranno le abilità necessarie per utilizzare le risorse digitali e le tecnologie informatiche per svolgere azioni quotidiane, come ordinare la spesa online o accedere ai servizi bancari.
“Semplicità, sicurezza, connessione e accessibilità sono le parole chiave del progetto Limitless – afferma Federico Bartolomei, ideatore del progetto –La terza età è caratterizzata da una scarsa diffusione dei dispositivi informatici. Inoltre, l’elevato numero di gravi minorazioni visive possono pregiudicare l’uso degli stessi anche fra chi ne avrebbe la competenza. Crediamo sia molto importante agire per rendere la rete un luogo accessibile anche a chi soffre di disabilità visiva”.
L’obiettivo è quello di migliorare la capacità degli over 65 nell'uso degli strumenti digitali, favorendone l’autonomia e la socialità: dal pagamento delle tasse ai servizi della pubblica amministrazione, dalla mobilità ai giochi e al tempo libero, fino alla lettura e alla comunicazione.
Il percorso si articola in due momenti: nel primo sono valutate le abilità visive delle persone coinvolte, le loro competenze informatiche e il livello di autonomia nelle diverse attività di ogni giorno. A questo seguirà la divisione in piccoli gruppi e, dopo un primo momento introduttivo in presenza, verranno organizzati incontri formativi in remoto, nel rispetto delle normative anti Covid-19.
In Italia si stima che situazioni di grave limitazione visiva siano presenti nel 5,4 % degli over 65 anni e nel 8,6 % degli over 75, dati che assumono maggior rilievo se si pensa che la popolazione anziana rappresenta circa il 35 % della popolazione italiana. “Si tratta di un progetto nuovo in Italia che potrebbe diventare modello di buone pratiche da estendere a tutto il territorio nazionale - afferma Mario Barbuto Presidente nazionale dell’unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti –. Il digitale, se reso inclusivo, potrebbe essere una risposta alle esigenze di comunicazione e socializzazione delle persone appartenenti alla terza e quarta età”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)