Attenzione alle polveri sottili, che hanno effetti dannosi sulla materia bianca del cervello e danneggiano riducendone il volume il lobo frontare e quello temporale. Lo afferma uno studio della School of Medicine dell’università di Southern California di Los Angeles condotto su 1400 donne tra i 71 e gli 89 anni che vivono in zone molto inquinate. Il campione preso in esame dai ricercatori statunitensi ha escluso persone con problemi di salute e che presentano sintomi di demenza senile. Sottoposte a risonanza magnetica, è stato rilevato il volume delle diverse aree del loro cervello che, messo a confronto con i dati relativi all’inquinamento atmosferico, ha dimostrato come soprattutto il pm 2,5 eroda la massa del cervello.
Il problema rappresentato in particolare da questo elemento è dato dalle sue dimensioni, 2,5 micron, che gli consentono di restare più a lungo sospeso in aria ed entrare più facilmente nell’organismo attraverso normali inspirazioni. Una volta in circolo, molteplici sono le conseguenze negative, a iniziare dall’atrofia cerebrale che può “mangiare” fino a 6,23 centimetri cubi di materia bianca nei lobi frontale e temporale e nel corpo calloso. Tradotto in termini di processo di deterioramento, si tratta di un periodo che varia da 1 a 2 anni. Il che significa, in altre parole, che si invecchia fino a 2 volte più velocemente.
(Fonte: tratto dall'articolo)